Si, le città hanno un’anima. Segreta e dolorosa, fatta dell’insieme delle anime di tutti gli uomini che l’hanno costruita, che in essa sono vissuti, che hanno respirato il suo cielo, hanno sfiorato i suoi muri. Un’anima schiva e silente, fatta dell’aria e dei silenzi, che di giorno s’acquatta nelle pieghe nascoste del vuoto, negli angoli dei cortili seclusi, dietro cancelli serrati sul niente o sul passato, lontana dal piede del passante e da quello del pellegrino, nascosta persino allo sguardo dei cani dal lungo occhio obliquo. Come possiamo rappresentare quest’anima? Dove prendere ispirazione?
Parole di Omero Marchetti