
Dopo la strage di Parigi del 13 novembre 2015, nel corso di un blitz antiterrorismo della Polizia, una donna kamikaze si è fatta esplodere. Hasna Ait Boulachen, in un primo momento è stata accusata di essersi votata all’estremismo islamico, fino al punto di farsi saltare per aria. Tuttavia, a distanza di qualche giorno, è emerso che non è stata lei a farsi esplodere: ad avere i comandi della bomba era infatti un uomo dietro di lei.
Si apre dunque un nuovo scenario sul ruolo che la donna può assumere nel mondo islamico. Pare che i terroristi dell’Isis abbiano pubblicato una serie di agghiaccianti regole che devono essere rispettate da quelle donne che intendono combattere per la jihad.
Questo vademecum è stato pubblicato in risposta alla domanda di una donna dell’Arabia Saudita, che ha chiesto come potesse servire i mujaheddin (militanti della jihad), nel caso in cui il conflitto in Siria e in Iraq si dovesse estendere sino a La Mecca o a Medina.
La risposta, pubblicata dal braccio propagandistico dell’Isis Zura Foundation ha davvero dell’incredibile e non manca di mostrare, soprattutto in apertura, una forma non troppo velata di sessismo.