[npgallery id=”3101″]
Non si fermano le decapitazioni islamiche da parte dei miliziani dello Stato Islamico, stavolta è stato ucciso l’ostaggio americano Peter Kassig, dopo l’ostaggio britannico Alan Henning. Il video della sua decapitazione, come accaduto per gli altri ostaggi occidentali, è stato lanciato sul Web. Nelle immagini, si vede un boia con il volto coperto in piedi accanto ad una testa decapitata. Kassig, 26 anni, era stato rapito in Siria, dove lavorava come operatore umanitario. Ex ranger, dopo aver intrapreso corsi per diventare assistente medico, si era trasferito in Libano, dove aveva fondato l’organizzazione no profit Sera (Special Emergency Response and Assistance). Kassig è il sesto ostaggio occidentale ucciso dallo Stato Islamico. Prima di lui furono uccisi gli americani Alan Henning, James Foley e Steven Sotloff, il britannico David Haines e il francese Herve Gourdel. Ad essere uccisi sono stati anche quattro combattenti curdi, di cui tre donne. Il rapimento di cittadini occidentali è una pratica usata dai gruppi terroristici fin da Al-Qaeda: le richieste di riscatto servono a pagare le milizie ed è per questo che, negli anni, molti Paesi europei e gli Stati Uniti, hanno deciso di non cedere alle loro richieste. L’Isis però prosegue la sua campagna mediatica, uccidendo ostaggi occidentali. Ma perchè i jihadisti decapitano i loro avversari? Che significato hanno le decapitazioni nell’Islam?
(continua–>)