Caivano, arrestato l’assassino di Fortuna Loffredo

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Sono stati i bambini a segnare la svolta nelle indagini sulla morte di Fortuna Loffredo, anni 6, gettata dal sesto piano dell’edificio del Parco Verde a Caivano (Napoli). La bocca della verità, contro l’omertà e l’indifferenza mostrata dagli adulti, ha portato all’arresto di Raimondo Caputo, 44 anni convivente della madre della vicina di casa di Fortuna e madre del piccolo Antonio morto un anno prima in circostanze simili a quelle della bambina. L’omicidio della piccola risale al 24 giugno del 2014, l’autopsia sul suo corpo aveva rivelato che la bambina aveva subito abusi sessuali.

Sono stati tre minorenni a dare la svolta alle indagini e ad aiutare gli inquirenti a far luce sull’omicidio di Fortuna Loffredo. Secondo la ricostruzione dei magistrati, la bambina, è stata gettata dal sesto piano perché si era rifiutata di subire l’ennesimo abuso. A ricostruire l’accaduto, grazie all’aiuto dei piccoli amici di Fortuna, è stata la Procura di Napoli. L’uomo arrestato era già in carcere insieme alla compagna, i due, sono stati fermati con l’accusa di violenza sessuale sulla figlia di tre anni, Raimondo Caputo avrebbe abusato di altri due minori. La madre di Fortuna, Domenica Guardato, aveva da sempre avuto il sospetto che l’assassino di sua figlia fosse un vicino: “Il mostro è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto. Chi sa parli”. Sembra che molti in questi anni abbiano mantenuto la bocca ben cucita, tutti tranne i bambini. Il Procuratore capo di Napoli nord, Francesco Greco, ha lanciato l’allarme: “l’omicidio svela un quadro preoccupante in alcuni quartieri dell’area a nord di Napoli, dove l’infanzia non è tutelata, non si consente ai giovani di avere un normale percorso di crescita. E’ un problema di cui tutti dobbiamo farci carico, penso alla scuola, alla chiesa, al comune, ai servizi sociali”. Lancia un messaggio di speranza, Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano conosciuto anche come ‘il parroco della Terra dei Fuochi‘: “Ho ripetuto mille volte, dall’altare e in privato: chi sa, parli. Mi auguro che la verità possa finalmente segnare un momento di rinascita per la gente del parco Verde, realtà segnata da estrema povertà ma dove vivono persone perbene, ingiustamente colpite da sospetti generalizzati”.

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