Unwashed, cos’è e da dove nasce la nuova moda del non lavarsi

doccia

Lavarsi meno per risparmiare acqua e usare meno prodotti chimici possibili. È l’unwashed, la nuova tendenza del lavarsi meno o non lavarsi, se non l’essenziale, partita dagli Stati Uniti e dalla Francia e che sta conquistando sempre più persone anche nel nostro Paese. Tra di loro troviamo molti vip del calibro di Russell Crow e Johnny Depp che hanno detto basta alla doccia tutti i giorni. Alla base di questa nuova moda c’è una coscienza ambientale: non farsi la doccia tutti i giorni significa un grande risparmio d’acqua, così come limitare l’uso di saponi, shampoo e profumi. L’unwashed non significa necessariamente andare in giro sporchi o emanando odori poco gradevoli, anche perché ci sono vari gradi di unwashed, da quelli più estremisti che si concedono una doccia una volta al mese a chi lo è meno e viaggia intorno alle due docce alla settimana.

Unswahed è dunque la scelta di lavarsi il meno possibile. I primi a intraprendere la nuova strada ecologica per la cura di sé e l’igiene personale sono stati gli Stati Uniti e l’Inghilterra già dieci anni fa.

Nel 2007 l’inglese Nicky Taylor, fanatica della routine del benessere e del make up, iniziò a non farsi più la doccia tutti i giorni, a non lavarsi i capelli con shampoo e balsamo e a non usare più creme di bellezza e deodoranti. La decisione arrivò dopo aver letto gli ingredienti dei prodotti che usava ogni giorno: tra creme e altro, raccontò alla Bbc, metteva sulla pelle circa 200 sostanze chimiche ogni giorno.

Fu allora che tentò l’esperimento e per 40 giorni non si lavò se non con acqua e solo il necessario. Dopo il primi giorni di estremo disagio, Nicky notò degli enormi miglioramenti della pelle e dei capelli, nonché dell’odore corporeo. Test ed esami confermarono il ritrovato stato di salute della pelle e, passati i 40 giorni, trovò una nuova routine d’igiene personale, limitando le docce e usando solo i prodotti necessari: sapone, shampoo e balsamo organici, deodorante fai da te naturale e una crema idratante.

Come lei, sempre più persone hanno iniziato a limitare le docce e l’uso di saponi e prodotti di bellezza. Negli USA e in Francia la tendenza dell’unwashed ha preso sempre più piede, forte di una coscienza ambientale e una consapevolezza che aiuta a superare anche certe remore, dovute alla società contemporaneo.

L’ossessione del pulito e dell’igiene a ogni costo ha portato il mondo occidentale a un eccesso di pulizia che fa male non solo all’ambiente ma anche all’uomo. I dermatologi sostengono da anni che limitare l’uso di saponi aggressivi ed evitare di farsi la doccia tutti i giorni, facciano solo bene alla nostra pelle che può così ritrovare il suo equilibrio.

A ciò sui si aggiunge una scelta d’impronta ambientalista che male non fa nella nostra società dedita solo al consumo e spesso allo spreco. In media per una doccia di 5 minuti si usano circa 75-80 litri di acqua, con un consumo di 15-16 litri d’acqua al minuto, mentre per riempire una vasca da bagno ne occorrono circa 150.

Molti vip d’oltreoceano hanno già aderito a questo stile di vita, come gli attori Russel Crowe e Johnny Depp, ma anche in Italia ci sono personalità che da tempo ne fanno parte, come l’ex presidente del WWF Fulvio Pratesi, il giornalista Giuseppe Cruciani o l’alpinista-scrittore Mauro Corona.

Il movimento dell’unwashed viene così incontro alle necessità dell’ambiente e quelle del corpo. Non c’è un modo unico di essere unwashed: ci sono i più estremisti, che si concedono una doccia ogni due settimane se non una volta al mese, si lavano solo con l’acqua e non usano alcun tipo di detergenti e profumi. Ci sono però i moderati, che si fanno la doccia una o due volte alla settimana, lavandosi tutti i giorni le zone intime e le altri parti del corpo, usano saponi naturali e limitano comunque prodotti aggressivi.

Il decalogo del perfetto unswashed può quindi variare a seconda delle proprie necessità e del proprio stile di vita anche se esistono regole di base: limitare il consumo eccessivo d’acqua con poche docce, se non quelle essenziali, saponi e prodotti per l’igiene il più naturali possibili e, in ogni caso, la consapevolezza che ogni gesto quotidiano ha un impatto sull’ambiente.

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