I feretri dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci accolti a Ciampino da Draghi

È atterrato ieri a Roma all’aeroporto di Ciampino l’aereo con a bordo i feretri dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, vittime di un attentato in Congo avvenuto lunedì 22 febbraio.

Ad accogliere le salme nella tarda serata di ieri il premier Mario Draghi insieme al ministro degli Esteri Luigi Di Maio è il ministro della Difesa di Lorenzo Guerini. Oggi si terranno le autopsie e domani il funerale di Attanasio presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma. La salma verrà poi trasferita a Limbiate.

Oggi, su richiesta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la bandiera italiana e quella dell’Unione Europea saranno a mezz’asta sugli edifici pubblici degli organi costituzionali dei Ministeri.

Rientrerà oggi in Italia è la moglie di Attanasio, Zakia Seddiki, insieme alle tre figlie della coppia, e arriveranno sempre oggi a Roma i familiari dell’ambasciatore: il padre Salvatore, intervistato, ha fatto sapere del grande dolore che stanno provando per questa perdita, decisamente traumatica. A Sonnino, in provincia di Latina, il comune ha invece richiesto di intitolare la caserma dei Carabinieri a Vittorio Iacovacci. Attualmente in vigore il lutto cittadino.

Il presidente del Congo Félix Antoine Tshisekedi, che ieri ha fatto visita alla vedova Attanasio, ha inviato a Roma un suo diplomatico per portare una lettera direttamente a Mario Draghi.

Omicidio Attanasio Iacovacci: si indaga

La procura di Roma ha aperto un’inchiesta e i carabinieri del Ros sono arrivati nella giornata di ieri in Congo per iniziare le indagini in merito all’agguato nel quale hanno perso la vita i due italiani e l’autista congolese Mustapha Milambo. Il primo a essere sentito è stato Rocco Leone, funzionario del World Food Programme e vice direttore del Programma Alimentare nel paese africano, che è sopravvissuto alla tragedia.

L’obiettivo dell’agguato potrebbe essere stato il sequestro, finito in tragedia. La delegazione del Programma alimentare mondiale (Pam-Wfp) viaggiava su due auto dell’ONU nel Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo: una strada precedentemente controllata e definita sicura. I mezzi sono stati fermati da 6 persone e quindi i passeggeri condotti all’interno della foresta. Con l’arrivo di ranger del parco nazionale di Virunga, sulle cui armi si indaga, è iniziato uno scontro a fuoco durante il quale sarebbero morte le tre vittime. Altrettante sarebbero le persone al momento sequestrate.

La Farnesina ha chiesto all’Onu di intervenire e fornire tutti i dettagli sulla vicenda.

Le Forze Democratiche per la liberazione del Ruanda hanno già fatto sapere di non essere i responsabili dell’attentato. Il gruppo ribelle da molti anni agisce in quella zona e rimane a oggi il principale indiziato.

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