Mal di schiena e dolori articolari si combattono con la fisioanalisi

fisioanalisi mal di schiena

La fisioanalisi aiuta a recuperare una corretta postura eretta funzionale che riduce il sovraccarico a livello della colonna vertebrale in modo da liberarla dal mal di schiena e dai dolori articolari. Ma come funziona la fisioanalisi? Ce lo spiega Giuseppe Mastrodicasa, l’esperto che ha diffuso in Italia questa disciplina che permette, sfruttando la legge di gravità, di dare sollievo ai dolori legati alla colonna vertebrale, andando ad agire sugli arti inferiori.

Il medico racconta che tutta una serie di disturbi e patologie sono causate dalla nostra continua lotta contro la gravità. Anche se non ce ne accorgiamo.

Un comune mal di schiena, ad esempio, può indicare che l’usura dei tessuti è arrivata a un punto estremo. Il problema, dice l’esperto, è il conflitto tra muscoli agonisti e muscoli antagonisti. Se i muscoli antagonisti sono contratti per permettermi di vincere la forza di gravità, il muscolo agonista entra in conflitto e, ogni volta che si contrae, trova l’ostacolo del muscolo antagonista. “Questi attriti – sottolinea Mastrodicasa – sono quelli che poi usurano il corpo, a livello articolare, ma anche a livello dell’endotelio dei condotti in cui scorrono i fluidi, che vengono così rallentati”.

Ed ecco che la fisionalisi può venire in nostro aiuto dandoci dei benefici. Ma come funziona di preciso la tecnica? “Si vanno a cercare quelle resistenze nel corpo che ci impediscono di utilizzare gli arti per vincere la forza di gravità e affrancare la schiena da questa funzione di sostegno. Nella pratica – specifica Mastrodiocasa – attraverso un piccolo cilindro si va a stimolare il riflesso plantare, e si riordinano quelle posizioni ortogonali delle articolazioni che permettono alla gamba di svolgere pienamente la sua funzione”.

I risultati sono visibili in breve tempo. L’esperto assicura che dopo soli 5 incontri i risultati sono definitivi e duraturi, perché si riordina l’equilibrio di tutto il corpo partendo dal piede, passando dal bacino, dal tratto lombare, dal dorso, e finendo alla prima vertebra della colonna cervicale. I benefici di un tale trattamento non riguardano solo la migliorata capacità muscolare, ma vanno a estendersi alle patologie legate alla colonna, come le ernie del disco, sciatalgie, lombalgie, cefalee, emicranie.

Miglioramenti si evidenziano non solo per ciò che riguarda postura ed equilibrio, ma si estendono anche alla trasmissione dei fluidi corporei, attraverso una migliorata attività della muscolatura striata del diaframma, che è: “Un muscolo molto importante, che spesso perde la sua funzionalità rallentando i fluidi corporei che dunque causano l’insorgere di patologie”.

Con la fisioanalisi – assicura ancora l’esperto – si riesce a liberare il diaframma dalla funzione di sostegno, migliorando il flusso del sangue, la respirazione, la digestione. Risultati positivi che hanno trovato conferma anche nell’applicazione allo sport: “Lo scorso anno abbiamo condotto dei test sui calciatori di una delle più importanti squadre di calcio italiane. E’ emerso che l’80% degli atleti respirava meglio dopo la tecnica, la mobilità del diaframma era aumentata notevolmente con benefici subito visibili sia sulla corsa che sul metabolismo.

In collaborazione con AdnKronos

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