Mail fuori dall’orario di lavoro: cresce il dibattito sulla non reperibilità nel tempo libero

Quanto costa in termini di stress e produttività rispondere a telefonate e mail fuori dall’orario di lavoro? Troppo, o almeno così pensano in Germania, dove alcune delle più grandi aziende e multinazionali hanno iniziato una ‘battaglia’ contro il lavoro extra orario. Il rispetto per il tempo libero nei dipendenti, a iniziare dai manager e dirigenti, la ricerca di un equilibrio tra lavoro e vita quotidiana: da qui è partita la rivoluzione tedesca, estesasi ad altri Paesi come il Brasile, che ha portato grandi nomi dell’industria a frenare il troppo lavoro, la reperibilità sempre e comunque. I metodi sono diversi: alcuni hanno deciso di considerarli straordinari, altri hanno preso iniziative più nette, dalla chiusura dei server alla cancellazione dei messaggi arrivati fuori dall’orario di lavoro.

Il dibattito in Germania si è molto evoluto tanto che ci sono psicologi ed esperti che hanno esteso la sindrome di Burnout, di norma associata a professionisti della sanità, anche ai manager di altri settori. La sindrome da stress è un fattore che incide molto sulla vita lavorativa e non solo. I dati choc di France Télécom, che aveva registrato un numero preoccupante di suicidi tra dipendenti e manager dovuti allo stress insostenibile, tra orari assurdi e reperibilità continua, hanno fatto scattare l’allarme.

Il dibattito

La prima a coglierlo è stata la Deutsche Telekom. Il capo del personale Thomas Sattelberger ha ottenuto quattro anni fa che nessun dipendente dovesse più leggere le mail dopo aver chiuso la giornata lavorativa: e dire che lui stesso ammette di essere stato uno stakanovista, sempre intento a leggere la posta, a rispondere alle telefonate e ai messaggi dopo l’orario di lavoro.

Il dibattito nel Paese parte anche da una decisione politica che non ha prodotto ancora una legge in tal senso ma che ha aiutato a sviluppare una nuova sensibilità da parte delle aziende. L’ex ministro del Lavoro, Ursula von der Leyen, a suo tempo aveva affrontato l’argomento senza arrivare a un decreto, ma imponendo ai suoi dipendenti del ministero la libertà lavorativa fuori dagli uffici.

Dopo la decisione della compagnia telefonica, in molti hanno seguito l’esempio. Il settimanale Spiegel ha elencato le scelte delle multinazionali tedesche in questo caso, a iniziare dalla Bmw che vuole riconoscere ai suoi dipendenti il “diritto alla non reperibilità”. La casa automobilistica ha deciso che gli impiegati possono concordare con i propri responsabili le ore extra lavorative in cui essere reperibili che però dovranno essere considerate come straordinari. In questo modo, il capo del Consiglio dei dipendenti, Manfred Schoch, che ha contrattato con i manager, è certo di mettere un freno all’uso del tempo libero da parte dell’azienda.

Volkswagen è andata oltre, spegnendo i server aziendali mezz’ora prima della fine turno e accendendoli mezz’ora dopo l’apertura. La scelta è stata estesa anche alle sedi in Brasile: in questo modo l’azienda eviterebbe di mail e telefonate fuori dall’orario di lavoro che potrebbero essere considerate come straordinari. Nel paese sudamericano il problema è molto sentito e si attende una decisione della Corte Suprema se considerare la reperibilità fuori dai canonici orari di lavoro come straordinari e quindi pagati come tali.

In attesa di risposte dalla politica, si moltiplicano le iniziative in tutta la Germania: i colossi Bayer ed E.On. hanno messo nero su bianco che nessuno deve ricevere mail nel tempo libero. Daimler è arrivata addirittura a cancellare la posta elettronica arrivata a chi ha attivato la risposta automatica di assenza. Ancora più avanti nel percorso è Henkel, che ha già decretato la non reperibilità nel tempo libero: lo stesso Ad Kasper Rorsted ha non riceve mail il sabato e ha avvisato gli altri membri del consigli di amministrazione di non disturbarlo a Natale e Capodanno.

Impostazioni privacy