Le auto parlano con le città: la nuova mobilità della Ford

Doug Nicoll   Ford

Il Ford Sync Applink sta diventando un centro nevralgico della rete di comunicazioni strutturata intorno ai veicoli della casa americana. Ai primi di settembre, a Berlino, a margine dell’IFA, si è tenuta la prima edizione della Ford Sync AppLink Mobility Challenge. Parecchi sviluppatori hanno presentato le loro idee per arricchire e migliorare la dotazione di software che assistono le attività dell’utente di auto, sia esso guidatore o passeggero, proprietario o utilizzatore temporaneo. Abbiamo parlato di questo mondo con Doug Nicoll, esperto del Mobility Team di Ford Europa.

Quali sono le applicazioni più interessanti emerse nella sfida dell’Applink Challenge qui a Berlino?

Abbiamo visto parecchi partecipanti molto interessanti. I prodotti presentati si riconducono in quattro differenti categorie: migliorare l’esperienza di guida, migliorare le comunità, migliorare il modo in cui i dati vengono trasferiti, metodi per migliorare la raccolta di dati dall’esterno verso il Sync Applink. C’era molta creatività in giro, molte idee promettenti“.

Oggi la causa più frequente d’incidente è la guida distratta, specialmente l’uso improprio del telefono. Fra i tanti prodotti presentati in questa manifestazione, ce ne sono alcuni che possono aiutare i guidatori ad essere meno distratti al volante?

Per noi è fondamentale ribadire sempre: tieni le mani sul volante e gli occhi sulla strada. Questo significa usare le funzioni avanzate di controllo vocale del Sync; ci sono anche le funzioni di mirroring dello schermo. Noi abbiamo delle linee guida molto rigide sui prodotti a cui permettiamo d’interagire col guidatore, anche se sono visualizzati sullo schermo di bordo.
Ad esempio consideriamo qualunque operazione che richiede la pressione di due pulsanti qualcosa che toglie gli occhi dalla strada per troppo tempo. Noi forniamo a tutti gli sviluppatori queste linee guida da seguire per le apps che vanno nel Sync
“.

[veedioplatform code=”42ece10f88e74f646e37019e9a107167”]

Nelle interazioni fra auto e conducente siamo passati dalla duplicazione dei contatti del telefono al dialogo tra vettura e ambiente circostante, cioè l’infrastruttura. Ma si tratta di un mondo complesso e certamente non standard. Come state affrontando il problema di infrastrutture anche molto differenti fra le varie nazioni?

Stiamo conducendo dei test su scala ridotta in diverse località, proprio sulla questione della comunicazione tra veicolo ed infrastruttura. Per noi si tratta dell’interazione veicolo-città. Non necessariamente il dialogo col semaforo, ma ad esempio la ricezione di dati dai sistemi cittadini. Ad esempio a Londra stiamo sperimentando un sistema per ricevere dati sui parcheggi dall’amministrazione cittadina.
In un certo senso l’auto sta ancora dialogando con la città che ha intorno a sé, non direttamente con l’infrastruttura. Esistono molti metodi diversi per farlo. E’ vero, al momento non esiste un format comune; probabilmente lo vedremo in futuro, ci sarà un certo grado di consolidamento nei vari sistemi.
In un paio d’anni avremo la connettività integrata nei veicoli. A quel punto vedremo una grande accelerazione non solo nelle comunicazioni tra veicolo ed infrastruttura, ma anche tra veicolo e veicolo. Questo farà una grande differenza in termini di sicurezza
“.

Parlando di parcheggi, trovare un posto libero è una delle cose più difficili nelle città di oggi. Si parla spesso di app che trovano posti liberi. Ma siamo veramente vicini a questo obiettivo?

In alcuni casi direi di sì. Ci sono modi diversi per comunicare il liberarsi di un posto. A volte ci si può affidare a sensori integrati; in alcune città sono stati installati sensori sulla strada, ai quali ci si può connettere tramite lo smartphone, ricevendo l’informazione in tempo reale sulla disponibilità del posto. Poiché esistono differenti soluzioni in differenti città, è necessario sviluppare sistemi di parcheggio prevedibili, che possano raccogliere parecchi tipi di dati e siano in grado di amalgamarli insieme. Quindi non un particolare tipo di sensore, ma un vasto campo di dati“.

Veicoli connessi e guida autonoma sono due facce della stessa medaglia. Quando questi elementi diventeranno comuni, ci sarà ancora posto per chi vuole divertirsi guidando?

Penso di sì. Anch’io sono un entusiasta della guida. Parliamo di introduzione per fasi di queste tecnologie, non si tratta di una situazione di acceso/spento. Differenze culturali in varie parti del mondo spingeranno verso diversi livelli di guida automatizzata, sul breve o sul lungo termine“.

Impostazioni privacy