Il Governo Draghi ottiene la fiducia anche alla Camera: 535 voti a favore e 56 contro

Dopo la maggioranza ottenuta al Senato, con 262 voti a favore e 40 contrari, il nuovo premier Mario Draghi ha ottenuto anche la maggioranza alla Camera. I sono 535, contro i 56 no e 5 astensioni del M5S.

Il nuovo Governo ottiene così la maggioranza sia al Senato che alla Camera, senza però superare il record di voti favorevoli a Mario Monti, che nel 2011 ne ha ottenuti 556. Dopo aver illustrato i punti cardine del programma di Governo al Senato, Mario Draghi ha scelto una replica breve, di 13 minuti, alla Camera. Qui il premier ha chiarito alcuni punti: la giustizia, le piccole e medie imprese e le carceri.

Draghi ha brevemente illustrato alla Camera i punti cardine del programma di Governo

Sulle medie e piccole imprese, in particolare, Draghi ha detto, focalizzandosi sul tema della ripartenza che “comporta e incrocia internazionalizzazione, accesso al capitale, investimenti, per rafforzare la nostra manifattura e renderla più competitiva. Sostenere l’internazionalizzazione, potenziare il credito imposta per investimenti in ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno e consulenza per la quotazione delle pmi. Dobbiamo estendere il piano di industria 4.0 per favorire e accompagnare le imprese nel processo di industria 4.0 per favorire e accompagnare le imprese nel processo di transazione tecnologica e sostenibilità ambientale”.

Mentre per quanto riguarda la condizione delle carceri in Italia, il premier ha detto: “Non dovrà essere trascurata la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri, spesso sovraffollate, esposte a rischio e paura del contagio e particolarmente colpite dalla funzione necessaria a contrastare la diffusione del virus”.

La spaccatura nel Movimento 5 Stelle

A seguito del voto è emersa l’evidente spaccatura all’interno del Movimento 5 Stelle. Sono infatti in tutto 16, tra Camera e Senato, gli esponenti del partito a votare contro l’esecutivo di Mario Draghi. Di questi, 12 sono risultati assenti alle votazioni e 4 si sono astenuti.

Dopo l’espulsione dal gruppo parlamentare dei 15 senatori dissidenti, annunciata dal Vito Crimi mercoledì 17 febbraio su Facebook, adeso potrebbe arrivare ulteriori sanzioni disciplinari per i deputati anti-Draghi.

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