Covid, uno studio rivela: isolare gli over 80 dimezza la mortalità

Isolare le fasce d’età più a rischio per evitare un nuovo lockdown. Secondo uno studio dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, sarebbe sufficiente “isolare gli ultra 80enni per dimezzare o quasi la mortalità diretta del virus”. Inoltre “se riuscissimo a isolare efficacemente gli ultra 60enni, la mortalità scenderebbe allo 0,07%, circa 10 volte inferiore”.

Lo studio ha evidenziato che isolando gli anziani si ridurrebbe l’eccesso di mortalità

Lo studio, disponibile online, ha evidenziato che anche con una diffusa circolazione virale nella popolazione più giovane “si scenderebbe da un eccesso di mortalità diretta per Covid-19 di 460mila persone senza isolamento, a 120mila (-74%) se si isolassero gli ultra 70enni e a 43mila (-91%) se si isolassero gli ultra 60enni”.

Secondo i dati ufficiali, nel nostro Paese, come più o meno nel resto del mondo, l’82% dei morti per Covid aveva più di 70 anni e il 94% ne aveva più di 60. “È d’altronde naturale che sia così. È ormai noto che la letalità plausibile del virus cresce esponenzialmente con l’età, uccidendo meno di 5 persone su 100mila nella fascia d’età 30-39 anni, ma oltre 7 persone ogni 100 tra gli ultra 80enni” ha precisato il ricercato Ispi Matteo Villa.

La strategia proposta da tre economisti

Nei giorni scorsi, su Il Foglio, gli economisti Andrea Ichino, Carlo Favero e Aldo Rustichini hanno delineato alcune linee strategiche per prevenire il lockdown incentrate sulla separazione dei giovani dagli anziani. Queste andrebbero a mettere in isolamento gli ultra 50enni, favorendo e se possibile rendendo obbligatori tutti quegli accorgimenti che consento di evitare che i giovani contagino i più anziani.

Sfruttando intelligentemente i diversi rischi che il Covid-19 comporta nelle varie fasce d’età, potremmo salvare molte vite umane senza danni inferiori per il sistema economico” hanno scritto gli economisti.

Alunni in classe, professori più anziani a casa

Il primo punto trattato ha riguardato la chiusura delle scuole. Per tenerle aperte, con rischi di contagio inferiore, “basterebbe consentire ai docenti anziani di insegnare in modo telematico da casa mentre gli studenti dovrebbero andare in classe assistiti dal personale più giovane. Così i ragazzi con accesso più difficile a internet da casa non sarebbero danneggiati”.

Il governo, secondo gli economisti, per contrastare l’affollamento dei mezzi pubblici, potrebbe “imporre corse differenziate per giovani e anziani”. Si potrebbero riorganizzare, sulla stessa linea, anche supermercati e negozi. “La nostra economia non può permettersi di bloccare nuovamente le attività produttive, ma in ogni posto di lavoro si possono certamente trovare accorgimenti per consentire ai giovani di entrare il meno possibile in contatto con gli anziani, che dovrebbero lavorare da casa ogniqualvolta sia possibile”.

Le proposte degli economisti vanno così a supportare lo studio dell’Ispi.

La proposta di vouchers per i giovani

Inoltre, i tre economisti hanno messo sul tavolo un’altra proposta interessante: quella dei vouchers. “Il governo potrebbe anche offrire vouchers che consentano ai giovani che vivono insieme agli anziani (ovviamente non ai bambini) di trasferirsi, temporaneamente, nei numerosi alberghi vuoti e mangiare nei ristoranti attualmente senza clienti”.

La giustificazione per questa strategia, si legge su Il Foglio, è evidente dai dati sugli effetti del contagio da Coronavirus per fasce d’età. Infatti, su oltre 37mila morti, solo 409 avevano meno di 50 anni e solo 19 meno di 30.

I possibili scenari evidenziati nello studio

Tornando allo studio, l’Ispi ha ipotizzato vari scenari “pessimistici” sull’evoluzione della pandemia. Uno prevede che “il 70% della popolazione italiana si contagi, la mortalità diretta causata dal virus sarebbe equivalente a poco meno dello 0,8% della popolazione, facendo quasi raddoppiare il tasso di mortalità annuo che nel 2019 è stato dell’1,1%. Aggiungendo il probabile sovraccarico delle terapie intensive, i decessi salirebbero intorno all’1% e l’età mediana delle persone decedute scenderebbe notevolmente“.

Proprio per evitare scenari di questo tipo un lockdown “selettivo” per fasce d’età potrebbe rivelarsi la scelta migliore. Inoltre, dal punto di vista economico, così facendo di eviterebbero “contraccolpi più severi”.

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