Analisi grammaticale: indicativo passato prossimo, usi e coniugazione in italiano

Continua il nostro viaggio alla scoperta dell’analisi grammaticale. Da un po’ di tempo ci stiamo dedicando ai modi e ai tempi verbali in italiano. Avevamo già visto il presente indicativo, quindi adesso diamo uno sguardo al passato prossimo, scoprendo usi e coniugazione nella nostra lingua. In linea generale il passato identifica un intervallo di tempo trascorso, dal punto di vista cronologico non classificabile come contemporaneo. Esistono due forme di passato: il passato prossimo, che indica un evento recente e il passato remoto, che indica una distanza temporale più lunga.

Dedichiamoci ora solamente al passato prossimo, il passato remoto lo analizzeremo più avanti. Questo tempo verbale dell’indicativo viene identificato come attuale, pur indicando un’azione avvenuta in un passato recente. Esso serve ad esprimere un valore perfettivo, ha il preciso compito di indicare eventi compiuti, azioni concluse, ma comunque ripetibili nell’arco del tempo. Proprio per questo motivo lo si definisce anche come passato ‘inclusivo’, perché in realtà le azioni che esprime si ritrovano nella stessa dimensione temporale, anche se passata, rispetto al momento a cui la frase si riferisce. Ricordiamo poi come il passato prossimo lo si trovi solo nel modo indicativo, negli altri modi verbali non esiste.

Qualche piccola confusione la si può fare con l’imperfetto. Anche esso indica un evento passato, ma non cronologicamente collocabile con precisione, cosa che invece fa il passato prossimo. Ma come si forma in italiano questo tempo verbale? E’ semplice: si forma con il presente dei verbi avere o essere, uniti al participio passato del verbo (‘Io ho mangiato’). Nel caso in cui l’ausiliare sia essere (‘Alice è andata al parco’), il participio passato si accorda con il soggetto della frase. Verrà invece accordato con il complemento oggetto quando questo è posto prima all’ausiliare, sotto forma di pronome (‘La mela? Non l’ho mangiata!’).

Per quanto riguarda l’ausiliare da scegliere, si usa avere per la coniugazione dei verbi transitivi (‘Ho mangiato’) e essere per la maggior parte dei verbi intransitivi (‘Sono usciti’): fanno eccezione verbi come ‘abbaiare’ e ‘chiacchierare’ che vogliono avere. Si usa poi essere anche per i verbi riflessivi. Tanto per complicarci ulteriormente la vita, esistono verbi che vogliono un diverso ausiliare a seconda del contesto in cui sono posti.

Ed ecco un esempio della coniugazione di un verbo all’indicativo passato prossimo:

Io ho mangiato
Tu hai mangiato
Egli ha mangiato
Noi abbiamo mangiato
Voi avete mangiato
Essi hanno mangiato

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